Nel 2015 l’Ufficio Comunitario di Alicante ha pubblicato uno studio sul fenomeno della contraffazione in Europa.
In questo articolo parliamo di:
La lotta ai prodotti contraffatti, in particolare a quelli che mettono in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, è diventata una priorità nelle politiche degli Stati membri dell’Unione.
Da dove vengono i prodotti contraffatti
Lo studio ha rilevato come oltre i due terzi delle merci contraffatte che circolano in Europa provenga dalla Cina. Ad essa si affiancano, tuttavia, molti altri Paesi produttori di falsi: tra questi, l’India per i prodotti farmaceutici, l’Egitto per i prodotti alimentari, la Turchia per profumi e cosmetici. I prodotti contraffatti provenienti in Europa transitano per lo più attraverso l’Egitto, Hong Kong, Marocco, Singapore e gli Emirati Arabi Uniti.
L’importazione di prodotti non recanti alcun marchio non costituisce reato. Il problema è che spesso a tali prodotti vengono aggiunte successivamente etichette contraffatte per poi essere distribuiti e circolare in Europa.
Non bisogna trascurare, tuttavia, che una parte delle merci contraffatte viene prodotta direttamente nei Paesi di area U.E., quali Belgio, Repubblica Ceca, Spagna, Italia, Polonia e Regno Unito.
Il web, l’ecommerce e la contraffazione
Un fattore importante per la distribuzione e la vendita delle merci contraffatte è l’e-commerce, anche grazie all’introduzione dei nuovi “generic Top level Domains” come .sport, .fashion, .market ecc. che possono confondere i consumatori circa la reale provenienza della merce, inducendoli ad acquistare on line – talora consapevolmente, talora no – merci contraffatte.
Lo studio dimostra come ad essere oggetto di contraffazione non siano più solo abbigliamento ed accessori di marchi di lusso, ma anche prodotti farmaceutici, prodotti elettronici, prodotti per la casa, cosmetici, pezzi di ricambio automobilistici, pesticidi, prodotti alimentari, bevande ed altro ancora.
Il pericolo della contraffazione
Molti di questi prodotti sono potenzialmente pericolosi per la salute e la sicurezza dei consumatori, in quanto possono contenere prodotti chimici e componenti scadenti. Ad esempio, sono stati evidenziati casi di ustioni chimiche al cuoio capelluto a seguito di uso di shampoo contraffatti o contraffazioni di caricabatterie e batterie dei telefoni che hanno comportato esplosioni ed incendi.
I prodotti alimentari italiani sono spesso vittime di violazioni delle indicazioni geografiche così come di adulterazioni.
I contraffattori hanno spesso legami con altre aree del crimine organizzato. Sono noti, ad esempio, i legami tra la camorra e il network cinese della contraffazione: il porto di Napoli è molto usato dalle società di spedizione cinesi ed è uno dei principali punti di ingresso dei prodotti contraffatti, siano essi beni finiti da immettere sul mercato oppure materiali usati per porre in essere la contraffazione.
Proposte contro la contraffazione
Secondo lo studio dell’Ufficio Comunitario, sarebbe opportuno prendere in considerazione la creazione di una task force multidisciplinare, simile a quella esistente negli Stati Uniti, per la lotta alla contraffazione. Tale task force permetterebbe un approccio mirato e globale per soddisfare i diversi obiettivi operativi e amministrativi.
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